Design objects are born from a creative process where knowledge and a variety of skills converge. I always thought that it’s not to simply have the correct application of functional, aesthetic, production and sales criteria: an object must be born in the most natural way possible by the contact of cultures, knowledge, different techniques and aesthetic inspirations. Inspiration can come from comics as well as it can from biology. My job is to have different forces interact, mix different kinds of knowledge, find new creative ideas and their possible application.

With “Comix in the Kitchen” the language of comics he entered the world of kitchen items. Three designers were involved in this new design game: Massimo Giacon, Sergio Cascavilla and Javier Mariscal. The came out of the desire to deal with “no design areas.” Aprons, tea towels, oven gloves are generally very visible in our kitchens, thus becoming furnishing elements, parts of that particular domestic landscape. But up until then, no one had dedicated themselves to their design through proper research formal.

Thanks to Giacon, Cascavilla and Mariscal, these objects — along with trays, placemats and napkins — became surfaces to bring to life opportunities for the creation of a scenario or a mini-story. The idea was to invent characters and narratives, a landscape in which the three designers would feel at home in a familiar context even though they were confronted with designing a collection of objects; a completely different job than creating comic books.

The operation was presented with a small publication that brought together the stories and characters created to enliven the kitchen items selected for the new collection. “A Home Odyssey” by Massimo Giacon, “Chicken and trouble are never missing” by Sergio Cascavilla and “Bon Apetit” by Javier Mariscal.

It was also an ambitious project due to the short circuit created between the way in which this type of objects is usually perceived by the public and the high quality of research, as well as for the materials and production processes chosen to achieve them.

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L’oggetto di design nasce da un processo creativo dove convergono saperi e competenze diverse. Ho sempre pensato che non basta la corretta applicazione di criteri funzionali, estetici, produttivi e commerciali: l’oggetto deve nascere nel modo più naturale possibile dal contatto di culture, saperi, tecniche e ispirazioni estetiche differenti. L’ispirazione può venire dal fumetto come dalla biologia, il mio lavoro consiste nel far interagire forze diverse, miscelare conoscenze differenti, individuare nuovi spunti creativi e la loro possibile applicazione.

Con “Comix in the Kitchen” il linguaggio del fumetto fece irruzione nel mondo degli oggetti da cucina. Tre gli autori coinvolti in questo nuovo gioco progettuale: Massimo Giacon, Sergio Cascavilla e Javier Mariscal. L’idea nasceva dal desiderio di affrontare una “no design zone”. I grembiuli, gli strofinacci, i guanti da forno sono generalmente disposti ben visibili nelle nostre cucine, divenendo in tal modo elementi dell’arredo, parti di quel particolare paesaggio domestico, eppure fino ad allora nessuno si era dedicato alla loro progettazione attraverso una vera ricerca formale.

Grazie a Giacon, Cascavilla e Mariscal questi oggetti – insieme a vassoi, tovagliette e tovaglioli – divennero superfici da animare, occasioni per la creazione di uno scenario o una microstoria. Si trattò di inventare personaggi e narrazioni, terreno sul quale i tre autori ritrovarono un contesto famigliare sebbene si stessero confrontando con il progetto di una collezione di oggetti, un lavoro diverso da quello della creazione di un fumetto.

L’operazione fu presentata con una piccola pubblicazione che raccolse le storie e i personaggi ideati per animare gli oggetti da cucina selezionati in quella inedita collezione. “A Home Odissey” di Massimo Giacon, “Pollo e guai non mancano mai” di Sergio Cascavilla e “Bon Apetit” di Javier Mariscal.

Fu un progetto ambizioso anche per il cortocircuito che creò tra il modo in cui questo tipo di oggetti è solitamente percepito dal pubblico e l’alta qualità della ricerca, nonché dei materiali e dei processi produttivi scelti per realizzarli.