In 2014 I began reflecting on what I might call the genuine topos of Italian culinary culture: pasta, pizza, coffee, ice cream… The idea was to nurture a greater appreciation of these elements, rescuing them from a certain point of view that, particularly aided by globalisation, has reduced these aspects of Italian heritage to mere folkloristic features, stripping them of the wealth of history and meaning that, in reality, constitutes their deepest essence. The culinary arts and conviviality are essential elements of Italian culture; in them, memories, rituals, knowledge, history and traditions are all condensed.

Pizza and the objects used to prepare, serve and enjoy eating it were among of the first items to which I turned my attention. Years earlier, I had worked on a project for pizza plates and cutlery with Massimo Giacon who approached the project by reinterpreting some typical symbols of Neapolitan culture.

The research that I decided to undertake in 2014 began from a completely different context. The cultural references were varied: the commedia dell’arte, dance and also, of course, Naples with its symbols… additionally, I surveyed those designers who throughout the history of design had innovated the classic types of the table, especially Gio Ponti and his monochrome ceramics created between the 1920s and ’30s. I began by exploring the richness of the theme with Antonio Aricò and in our research we came across another important suggestion: Giandomenico Tiepolo’s Pulcinella offered us the decisive inspiration to start working. The result was a small collection of pizza plates, decorated with a scene composed in a way that could be called musical. The action depicted is theatrical, the figures appear to be linked in a dance, a common movement that spreads to the entire representation. The design is made by modulating shades of the same colour: the result is a composition that is particularly elegant and sophisticated, which ties the object into to the rich tapestry of cultural references from which we started at the beginning of our research.

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Nel 2014 ho iniziato a riflettere su quelli che potrei definire dei veri e propri topos della cultura culinaria italiana: la pasta, la pizza, il caffè, il gelato… L’idea era quella di valorizzare questi temi, riscattandoli da quella prospettiva che, soprattutto con la globalizzazione, li aveva ridotti a elementi folcloristici, avulsi dalla ricchezza di storie e significati che, invece, ne costituisce l’essenza profonda. La cucina e il convivio sono elementi imprescindibili della cultura italiana, in essi si condensano memorie, rituali, conoscenze, storie e tradizioni.

La pizza e gli oggetti che si usano per prepararla, offrirla, gustarla, sono stati uno dei primi temi ai quali mi sono dedicata. Anni prima avevo lavorato al progetto di piatti e posate per la pizza con Massimo Giacon che aveva affrontato il progetto rileggendo alcuni tipici simboli della cultura partenopea.

La ricerca che avevo deciso di intraprendere nel 2014 muoveva da un contesto completamente differente. I riferimenti culturali erano moltissimi: la commedia dell’arte, la danza e, certamente, anche Napoli con i suoi simboli… oltre a ciò, quegli autori che nella storia del design avevano innovato le classiche tipologie della tavola, soprattutto Gio’ Ponti e le ceramiche monocrome create tra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso. Iniziai a esplorare questo tema ricchissimo con Antonio Aricò e nella nostra ricerca ci venne incontro un’altra importante suggestione: i Pulcinella di Giandomenico Tiepolo ci offrirono l’ispirazione decisiva per iniziare a lavorare. È nata così una piccola collezione di piatti per la pizza, decorati con una scena composta in un modo che potremmo definire musicale. L’azione raffigurata è teatrale, le figure appaiono come legate in una danza, un movimento comune che si propaga all’intera rappresentazione. Il disegno è realizzato modulando le sfumature di uno stesso colore: il risultato è una composizione particolarmente elegante e sofisticata, che riallaccia l’oggetto a quella ricca trama di riferimenti culturali dalla quale eravamo partiti all’inizio della nostra ricerca.